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Di lavoro in Italia si muore ancora, purtroppo. E a morire questa volta sono cinque donne, cinque giovani donne del Sud. Quello stesso Sud che di lavoro alle donne ne offre poco. La più grande aveva 37 anni e la più giovane 14. Lavoravano in nero, senza contratto secondo quanto dicono i loro parenti. Producevano tute e magliette per 3,95 euro all'ora in un opificio di Barletta. Sono morte il 4 ottobre in seguito al crollo della palazzina dove lavorano in via Roma.

morti bianche

Le cinque vittime sono: Maria Cinquepalmi, 14 anni, figlia dei titolari del laboratorio tessile; Giovanna Sardaro, 30 anni; Matilde Doronzo, 32 anni; Antonella Zaza, 36 anni; Tina Ceci, 37 anni.




Al momento le accuse di disastro colposo e omicidio plurimo colposo sono a carico di ignoti e, dopo le autopsie, verrà stabilito se le giovani donne siano morte per asfissia a causa della permanenza sotto le macerie o per lo schiacciamento causato dalla massa di detriti che si è riversata nel laboratorio.

Il Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, da sempre impegnato nella lotta contro le morti bianche, ha inviato questo messaggio al sindaco della città Nicola Maffei: “L’inaccettabile ripetersi di terribili sciagure, laddove si vive e si lavora, impone l’accertamento rigoroso delle cause e delle responsabilità e soprattutto l’impegno di tutti, poteri pubblici e soggetti privati, a tenere sempre alta la guardia sulle condizioni di sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro con una costante azione di prevenzione e di vigilanza”.

Ottobre 2011

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