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pancia di donna incintaAlessandra è romana, ha 34 anni ed è laureata in Lingue. Parla inglese, francese, spagnolo e albanese. Negli ultimi tre anni ha svolto lavori precari, ma prima del 2009 aveva dei contratti stabili. Attualmente è disoccupata e si dedica al suo bambino che ha tre mesi.

Nel giugno 2011 era incinta di nove mesi, quando è stata chiamata per un incontro conoscitivo presso il centralissimo Hotel de Russie di via del Babuino a Roma.
Si era candidata ad un'offerta di lavoro che aveva trovato tramite il collocamento obbligatorio, un collocamento riservato ad alcune tipologie di disoccupati. Nell'annuncio c'era scritto che si cercava una centralinista con buona conoscenza di inglese e francese. Il contratto per questo lavoro era part time, di 24 ore settimanali, a tempo determinato per un anno. Non c'era scritto quanto avrebbe dovuto essere retribuito il lavoro ma secondo una ricerca che tiene conto del CCNL del Turismo il salario mensile averebbe dovuto essere più o meno di 890 euro.

Durante l'incontro conoscitivo con due selezionatori, un uomo e una donna, presso l'Hotel de Russie  è stato solo constatato che Alessandra aveva risposto all'offerta  tramite collocamento e che era incinta. Le è stato chiesto per quando era previsto il parto e le è stato comunicato che avrebbero parlato di ciò con il direttore, per sapere come procedere con l'assunzione.

Inoltre le è stato subito detto, che essendo incinta di nove mesi avrebbe dovuto stare in astensione obbligatoria fino ai tre mesi del bambino, come previsto dalla legge. E che quindi l'Hotel, in caso il colloquio che sarebbe seguito al primo incontro conoscitivo fosse andato bene, l'avrebbe assunta il 21 novembre 2011.

Dopo qualche giorno Alessandra è stata richiamata per fare il colloquio direttamente con il manager dell'Hotel de Russie. Ad Alessandra è stato chiesto di parlare in inglese delle sue esperienze lavorative. La persona che ha valutato il suo inglese era italiana e "non parlava inglese in maniera eccellente" secondo la candidata. Il Manager le ha detto da subito che il suo inglese non andava bene. Lo ha detto anche alla donna che era presente al primo incontro, ma che non ha partecipato al secondo colloquio perché andò solo alla fine per parlare col Manager. Durante lo stesso incontro le dissero che avrebbero pensato a cosa fare (chiedendo al collocamento) e a quale soluzione trovare.

Quando Alessandra ha lasciato l'Hotel sapeva che le cose non erano andate bene, visto che la richiesta iniziale non era quella di un inglese a livello madrelingua, come invece richiesto poi durante il colloquio e decide di far mandare dal suo avvocato un invito a trovare una soluzione prima ancora che dall'Hotel si facessero vivi per comunicarle qualcosa.

L'Hotel de Russie ha risposto trovando una soluzione alternativa: le è stato offerto un lavoro con una qualifica di livello inferiore e quindi con retribuzione inferiore, pur svolgendo mansioni superiori a tale livello. La soluzione dell'Hotel è quindi il demansionamento: un'altra collocazione, a livello inferiore.

Con la nuova collocazione che le era stata offerta, Alessandra avrebbe dovuto svolgere le mansioni richieste dall'Hotel de Russie (quindi anche parlare inglese), ma a detta loro per imparare il lavoro e impratichirsi. Ovvero, l'Hotel de Russie aveva trovato il modo per far sì che Alessandra svolgesse il lavoro di cui l'Hotel aveva bisogno e che aveva richiesto anche al collocamento, ma con un demansionamento e quindi una retribuzione inferiore.

Alessandra dice: "Hanno trovato una scusa dicendo che il mio inglese non era a livello madrelingua ma, nella loro offerta al collocamento, richiedevano semplicemente 'buon inglese'". In effetti Alessndra non era la candidata che l'Hotel de Russie si aspettava perché, avendo a breve avuto un figlio, si sarebbe presa sicuramente dei permessi.

A questo va aggiunto che il collocamento obbligava l'Hotel de Russie ad assumere perché il collocamento obbligatorio, dove Alessandra aveva trovato l'offerta, prevede per legge che ogni azienda abbia un certo numero di impiegati appartenenti alle categorie protette, di cui appunto Alessandra fa parte.

Alessandra non ha accettato l'offerta riparatoria dell'Hotel e ha fatto inviare un'altra lettera dal suo avvocato, segnalando il demansionamento.  La risposta che è arrivata dall' Hotel de Russsie era che, comunque, Alessandra avrebbe svolto il lavoro di centralinista per acquisire dimestichezza, quindi avrebbe dovuto fare il lavoro oggetto dell'offerta, ma con un livello e una retribuzione inferiori.


Dopo questa risposta da parte dell'Hotel, Alessandra ha deciso di non inviare più nessuna lettera. La mossa successiva è stata andare direttamente al collocamento per la rinuncia.

Dice Alessandra: "Loro mi avrebbero comunque presa, perchè obbligati dal collocamento, ma certo hanno trovato un escamotage per guadagnarci su, e quindi sono io che ho lasciato perdere. Avrei dovuto iniziare una 'guerra' per avere ciò che era giusto, così ho lasciato perdere e ho fatto la rinuncia al collocamento."

Perché hai mollato e non sei andata avanti per ottenere ciò che ti spettava?

"Perchè comunque non mi conveniva muovermi ogni giorno per un lavoro su turni (essendo un hotel), con un bimbo da allattare e con la certezza che dopo un anno mi avrebbero mandata via, il tutto per 790 euro lorde al mese."

Hai la sensazione che se non fossi stata incinta tutto questo non sarebbe successo?

"Mah...non posso dirlo con certezza, la sensazione è che siano stati costretti ad assumere qualcuno, quindi trovarsi una donna incinta è stato anche peggio e hanno  provato ad ovviare al problema cercando di guadagnarci il più possibile".

 

 

 

 

 

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