-- pubblicità --

erasmus e studenti italiani

Anche l'Erasmus è cresciuto: in anni e numeri. Ora si aspetta che crescano i fondi.

Istituito nel 1987 è già alla sua "seconda generazione", dice Clara Albani, direttrice dell’Ufficio d’informazione per l’Italia del Parlamento europeo. Gli studenti italiani che nell'anno accademico 2009/2010 hanno realizzato un erasmus di studio o di placementall'estero sono oltre 21 mila, l'8,4% in più rispetto all'anno precedente.

Nella classifica europea 2008/2009 che elenca le cento università più attive nell'ambito del Lifelong Learning Programme (Llp) ci sono 16 atenei italiani: al terzo posto l’Alma Mater di Bologna che ha visto partire 1.365 studenti, al quinto La Sapienza di Roma con 1.090 studenti in mobilità e all’undicesimo l’Università degli Studi di Padova, con 896 studenti in uscita.

Ad accogliere studenti da fuori, invece, sono 13 gli atenei che rientrano nella top 110 delle università: Bologna al secondo posto con 1.526 studenti stranieri in entrata, Firenze all'ottavo con 1.138 studenti e al decimo La Sapienza di Roma con 1.060 studenti ospitati.


Le mete che i ragazzi italiani scelgono per il loro Erasmus sono soprattutto Spagna che nell'anno accademico 2009/2010 ha superato le sei mila presenze, Francia, Germania, Regno Unito, Portogallo. Negli ultimi anni è cresciuto anche l'interesse per la Turchia.

Unica macchia dell'Erasmus: la borsa concessa agli studenti in mobilità. Nell'anno accademico 2009/2010 l'importo delle borse di studio Erasmus per gli studenti italiani in mobilità erano solo di 230 euro mensili. Una cifra irrisoria perché insufficiente per coprire qualsiasi costo.

Però Silvia Costa, deputata al Parlamento europeo e componente della Commissione Cultura e istruzione su questo tema si mostra ottimista: "L’intenzione dell’Europa è di destinare più fondi alla mobilità dei giovani soprattutto in questo momento di crisi, per finanziare tutti i programmi di scambio con l’estero. Dobbiamo puntare molto anche sul Placement Erasmus ma, per farlo, occorre creare delle sinergie tra istituzioni e mondo dell’impresa: una priorità per poter crescere nell’area del Mediterraneo e competere con le altre economie del mondo”.

 

  • Questa pagina ti è stata utile?
  • No