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Ottobre 2011

uomo con protezioneLa battaglia personale di Marco Bazzoni, operaio della provincia di Firenze, responsabile per la sicurezza nell’azienda in cui lavora e promotore di una campagna contro lo spot sulla sicurezza del lavoro voluto dal ministro del Lavoro Sacconi, è vinta. L'Europa gli ha dato ragione, nonostante sindacati e partiti politici lo avessero ignorato nei suoi due anni di lotta per i diritti di tutti i lavoratori.

Bazzoni, dopo l'approvazione del decreto 196/2009, aveva scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica, pubblicata dal quotidiano Liberazione, a cui l’ufficio stampa del Quirinale rispose che non erano presenti incompatibilità costituzionali nel decreto.




Bazzoni però, continuando ad essere convinto del pericolo rappresentato dal decreto 196/2009 e della sua incostituzionalità, ha deciso di andare avanti da solo e, visto che un singolo cittadino non può appellarsi alla Corte Costituzionale, ha scelto di inviare la sua denuncia alla Commissione Europea nell’estate del 2009.

Con l'aiuto di un amico ingegnere che lo ha aiutato a scrivere una mail, Bazzoni segnala le difformità del decreto approvato rispetto alla normativa continentale descritta nella direttiva 89/391 Cee. La segnalazione è stata protocollata, e la Commissione ha deciso di indagare sulla conformità con le direttive comunitarie. Qualche mese dopo l’istituzione europea ha deciso di chiedere spiegazioni al governo Berlusconi.

Nel 2011 arrivano le risposte dall’Italia ma non sono giudicate convincenti, tanto che la Commissione, con una lettera del maggio scorso, avvisa Bazzoni che a settembre sarebbe stata discussa la messa in mora.

Il 13 ottobre viene comunicata la decisione dell'Europa, con l’invio della lettera di messa in mora alle autorità italiane che hanno adesso due mesi per inviare le proprie osservazioni.

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