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Da qualche parte bisogna pure iniziare. L'entrata nel mondo del lavoro, per molte persone, comincia proprio con uno stage. Non si tratta di un vero e proprio contratto in azienda, ma di un progetto formativo dove non viene dato lo stipendio, ma un rimborso spese. A volte lo stage viene proposto in maniera sbagliata, solo come una modalità per avere una prestazione lavorativa a minor spesa per il datore di lavoro. Per evitare di cadere in questi meccanismi, quali valutazioni fare prima di accettare quello che invece deve essere un progetto formativo? E come capire quando investire il proprio tempo e le risorse proprio in quella azienda?

Come scegliere uno stage per entrare nel mondo del lavoro

fizkes | Shutterstock

I primi passi per trovare lo stage giusto

Lo stage è un progetto formativo attraverso il quale poter iniziare un percorso di crescita professionale. Ecco perché non ha senso che le aziende richiedano ai candidati stagisti anni di esperienza.

Il primo step da affrontare è capire in quale ambito inserirti. Mappa le strutture che ti possono interessare, magari rivolgendoti anche ad associazioni di categoria. Se sei studente, potresti chiedere qualche suggerimento ai tuoi professori o ai tuoi colleghi di università che potrebbero fornirti informazioni interessanti.

Una volta individuata l'azienda di tuo interesse, scrivi un buon curriculum da inviare. Lo dovrai allegare alla tua lettera di presentazione! Qui focalizzati sulle competenze acquisite nel corso degli studi e sulle motivazioni che ti spingono a voler collaborare con quella azienda.

Utilizza anche il passaparola, si tratta di un mezzo molto potente. Quando cerchi lavoro, fallo sapere anche agli altri. Inoltre esistono siti specializzati specie per chi si inserisce nel mondo del lavoro: Indeed, Jobmeeting, Daily Internship, Tutored e JustKnock.

Come capire se investire in un percorso di stage

La parola d'ordine per capire se investire o meno in un percorso di stage con un'azienda è questa: imparare. Come anticipato, lo stage non è un vero e proprio contratto di lavoro. Si tratta piuttosto di un progetto formativo. Dunque se non impari nulla, non ne vale la pena. Devi considerarlo come un'opportunità preziosa per assorbire nuove competenze. Si sa, spesso lo stage viene utilizzato in modo inopportuno, ma la sua funzione dovrebbe essere sempre quella di permettere alla persona di intraprendere un percorso di crescita professionale. Non dimenticarlo.


Non sarà neanche il rimborso spese a fare la differenza. Certo può far comodo avere una entrata economica, ma considera che ai colloqui di lavoro ti verrà chiesto cosa sai fare, quali strumenti sai utilizzare e quali skills possiedi. Cerca di investire il tuo tempo per delle attività che ti permetteranno di migliorare questi aspetti. Nel momento in cui valuti se accettare una proposta di stage, evita di pensare "meglio questo che disoccupato/a". Potresti ritrovarti incastrato in un ruolo difficile e magari compromettere nuove e migliori opportunità di crescita.

Competenze da inserire nel curriculum in inglese

Duncan Andison || Shutterstock

Consigli per capire se continuare o interrompere uno stage

Se dopo aver accettato uno stage inizia a farsi spazio l'idea di interromperlo, cosa fare?

In primo luogo datti del tempo. In tutti i lavori c'è un periodo di adattamento in cui si prendono le misure della nuova posizione. Datti almeno due mesi per capire le dinamiche di base e almeno sei mesi per capire se potresti continuare con quell'azienda.

Capisci anche quali aspetti dovresti migliorare o quali competenze ti mancano. In questo modo puoi avere un'idea su che cosa investire per migliorare il tuo profilo professionale. Se, alla fine, arrivi alla conclusione che lo stage non ti permette di andare nella direzione alla quale auspichi professionalmente, comunica la decisione per tempo. Evita di comunicare che te ne vai dall'oggi al domani. In questo modo dai all'azienda il tempo necessario per una eventuale riorganizzazione.

Ma soprattutto appuntati sempre quello che potresti aver imparato. Quelle nuove, anche se poche, competenze che potresti rivendere nella tua prossima esperienza.

Autore: Giulia Tartaglione

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